Heritage Landscapes vol.15

Contenere ed esplorare (digitalmente) la storia dell’orologeria a partire dal 1650. Si può, e si chiama The Watch Library.

Più di 450.000 documenti provenienti da archivi diversi, parlano e “riassumono” la storia dell’orologeria. Mappe del mondo, documenti tecnici, faccende legate alle “complicate” fasi lunari, astrolabi, illustrazioni, almanacchi, riviste di settore, pubblicazioni, newsletter, pubblicità e molto, molto altro.

The Watch Library è un’organizzazione senza scopo di lucro con l’obiettivo di divulgare e mettere insieme la storia dell’orologeria. Ha sede in Svizzera, è nata su iniziativa della famiglia Maillard e di Martine Depresle. Un sito dinamico, ricchissimo di contenuti, dall’aria contemporanea, capace di mettere insieme le più importanti istituzioni nel campo, come il Musée International d'Horlogerie di La Chaux-de-Fonds e la Horological Society di New York, o da marchi come Audemars-Piguet, Richard Mille e TAG Heuer.

Si tratta di un archivio immenso in cui perdersi, ma sostenuto da tutto l’ambiente dell’orologeria. Uno degli effetti, più che degli obiettivi, di The Watch Library è mostrare il potere del sapere condiviso a tutti, dimostrando nuovamente come una macchina stupefacente come l’orologio abbia percorso un cammino quasi magico da Oriente a Occidente. Un vero tesoro per esperti, curiosi, maniaci delle lancette e del tempo che passa, passa e passa.

Sul Ponte alle Grazie, a Firenze, nel 1860, apre un negozio di orologi con laboratorio e la prima scuola di orologeria della città. Comincia qui la storia di Panerai e del suo fondatore: Giovanni Panerai.
Sul suo sito, Panerai racconta la storia delle sue origini con fotografie e brevi testi, ma soprattutto lo fa con un video dinamico che tocca tutte le tappe principali del brand. C’è la nascita e la prima bottega, il Luminor, gli strumenti di precisione forniti per il combattimento navale e lo sviluppo di una polvere a base di radio per rendere i quadranti dei mirini più luminosi, dando vita al Radiomir.
La storia tocca le piramidi, hollywood e Sylvester Stallone, orologi marini, la nascita delle Officine Panerai, la città di Firenze, il mare e molto molto altro.

Un viaggio tra articoli, disegni tecnici, modellini, aneddoti, pezzi d’archivio. AP Chronicles è il sito immersivo di Audemars Piguet dove perdersi tra storie, movimenti e tempi. In particolare, per i 50 anni del modello Royal Oak, compiuti nel 2022, AP Chronicles ospita un racconto dal titolo A journey through time, con tanto di carte da pescare, della nascita di questo orologio che avrebbe dovuto essere un “unprecendented steel watch”. Per l’occasione è uscito anche un podcast in tre puntate chiamato AP Talks, dove si entra nelle curiosità dell’archivio parlando con ospiti speciali, muovendosi tra aneddoti, processi creativi e laboratoriali e storie di successo.

Su EuropaStar è uscito un bel pezzo che approfondisce il rapporto di Tissot con Hong Kong. La Dottoressa in storia dell’arte, sinologa e ricercatrice Estelle Niklès van Osselt inizia il suo racconto con l’arrivo degli orologi occidentali nella cultura cinese: tra commerci di seta e spezie, ecco queste meraviglie meccaniche. Tissot nel 1853 apre un laboratorio a Le Locle, in Svizzera, e nel 1918 si interessa al mercato in Asia mandando Marco Paul Croset come rappresentante. Il percorso in Cina prosegue attraverso i grandi concerti, il cinema, la cultura pop, cercando di conquistare sempre un pubblico giovane. Tra modelli iconici, première cinematografiche, regali straordinari, o il RockWatch gigante scolpito nella roccia dall’artista Felice Bottinelli.

Credits: The Watch Library; Panerai; The AP Chronicles Project; Europa Star.

Da qualche mese, per il progetto formativo di Open Memories abbiamo cominciato a pubblicare alcune riflessioni interne a Promemoria Group. Riguardano il tempo, gli archivi, la memoria, hanno molto a che fare col nostro modo di lavorare e di vedere le cose. Abbiamo affidato questi editoriali a Stefano Trinchero, Scientific Director di Promemoria Group, ma trattano un modo di vedere che ci rappresenta tutti. Se volete scoprirli li trovate in inglese e in italiano sul sito di Open Memories, e presto saranno anche sul nostro sito.